:
Cartridge Music : |
di
John Cage - elaborazione Mario Bertoncini |
durata
var., 20' ca. |
Menippo: Non era soltanto il Maestro dell’Ombra ad essere ossessionato
dal suono continuo; in quegli anni una tale fissazione costituiva quasi
un “male d’epoca”, basti pensare a Scelsi o a La Monte
Young!
Bremonte: Giusto. La prego di tenere presente, però, che in lui una tale ricerca ha assunto da più di trent’anni e per più di trent’anni un valore particolare! ... Menippo: ... Questo sì che significa essere ostinati! Fortuna che l’ostinazione, in arte, viene candidamente definita “stile personale” ... Bremonte: ... Dicevo
che X. ha ottenuto bande cangianti di suono continuo mediante diversi
procedimenti, sia da lui escogitati, sia applicati sistematicamente su
vasta scala. Menippo: Queste cose
ha fatto, nell’ombra, il suo amico . ...Vergogna: vatti a fidare
degli asceti! Bremonte: Cage, in CARTRIDGE MUSIC, suggerisce di esplorare per esteso tutto un mondo di suoni e rumori non avvertibili dall’orecchio umano, provenienti dalle sorgenti sonore e dai materiali più impensati; i quali, convenientemente amplificati, rivelano un paesaggio acustico fiabesco, quasi un equivalente dell’esplorazione di fondali sottomarini. Menippo: Ho capito tutto: vado avanti io. Il Maestro delle Ombre, smodato e pertinace più di quanto noi abbiamo ormai imparato a conoscerlo, non si accontenta di conficcare come Cage comanda quella molla giocattolo che il volgo statunitense chiama “slinky” in una cartuccia piezoelettrica; più realista del re, egli smonta tutte le molle possibili e immaginabili esistenti sul mercato: da quello macroscopico dell’automobilismo a quello microscopico e infinitesimale dell’orologeria, convertendone le impercettibili metalliche risonanze in sussulti tellurici e brontolii temporaleschi . Bremonte: Fosse soltanto
quello. Nella versione del capolavoro di Cage che X. ha elaborato ed eseguito
ripetutamente in concerto, egli pubblica una lista particolareggiata di
innumerevoli altre applicazioni consimili: dall’uso di lunghi steli
di piante palustri disseccate, fornite d’una dentellatura sottilissima,
a tutta una serie di plettri e di lamelle, ivi compresa una batteria di
“jaw-harps” di dimensioni diverse, da usare per frizione,
ecc.; fino all’amplificazione sorprendente d’un groviglio
di fili bronzei che hanno l’aspetto d’una ricca chioma muliebre
dai riflessi dorati! |
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